Un mito
inossidabile dell’atletica e dello sport italiano. Questo era il
mitico PIETRO MENNEA, scomparso ieri a ROMA all’età di 60 anni (ne
avrebbe compiuti 61 il prossimo 28 Giugno). Il nome del velocista
azzurro, nativo di Barletta il 28 Giugno 1952, era legato alle sue
grandissime imprese sportive, tra cui i vari record mondiali fatti
registrare nei 100, 200 (la disciplina con cui ci regalerà le più
grandi soddisfazioni) e 400 metri. Questa puntata di SPUNTI vuole
essere un tributo alle gesta sportive di questo grande campione.
Pietro Mennea
inizia la sua lunga carriera nelle file dell’AVIS BARLETTA a 19
anni, e nel 1971, in occasione dei EUROPEI, in programma quell’anno
a HELSINKI, ottiene la sua prima medaglia (un bronzo) nella 4x100 in
19”80, e poi il 6° posto nei 200 metri. Ma non solo. Nello stesso
anno diventerà campione nazionale dei 200 metri piani (titolo che
vincerà altre 12 volte, dal 1972 al 1974; dal 1976 al 1980, e poi
nel biennio 1983-1984).
Nel 1972 fa il suo
esordio alle Olimpiadi, in programma a MONACO DI BAVIERA, e il 4
Settembre vince la medaglia di bronzo nei 200 metri correndo in
20”30, subito dietro a campioni quali il sovietico VALERIJ BORZOV e
allo statunitense LARRY BLACK. Andiamo a vedere le immagini sia della
semifinale che della finale dei 200 metri.
Nel 1973 alle
UNIVERSIADI, disputate a MOSCA, Mennea riesce ad aggiudicarsi una
medaglia d’oro nei 200 metri (disciplina che alla fine sarà quella
più foriera di successi) in 20”56, e due medaglie di bronzo nei
100 metri, correndo in 10”34 e nella staffetta 4x100. Riviviamo la
vittoria di MENNEA alle UNIVERSIADI attraverso questo frammento della
radiocronaca di CLAUDIO FERRETTI.
Il 1974 è un anno
veramente speciale per Mennea. Il velocista italiano gioca in casa a ROMA i
campionati EUROPEI e vince la medaglia d’oro nei 200 metri, e due
argenti nei 100 metri (dietro al rivale di sempre, BORZOV) e nella
staffetta maschile 4x100. In merito andiamo a vedere la puntata di
PERLE DI SPORT, tratta da RAI SPORT 2.
Il 1975 vede ben 4
medaglie d’oro al collo di Pietro. Due ai Giochi del Mediterraneo e
due alle Universiadi. In entrambi i casi gli ori sono arrivati sia
dai 100 che dai 200 metri.
Dopo un 1976 assai
deludente con un quarto posto nei 200 metri e un sesto posto nella
staffetta 4x100, e la sola vittoria nei 400 metri agli Europei Indoor
di Milano, nel 1978 Mennea agli Europei di Praga non solamente vinse
i 100 metri correndo in 10”26, e i 200 metri in 20” 16, ma si
aggiudicò anche la medaglia d’oro nei 400 metri piani. Andiamo a
vedere in merito la puntata di PERLE DI SPORT dedicata alla vittoria
di MENNEA agli Europei di Praga
Il 1979 è un anno
memorabile nella storia di Pietro Mennea. Non solamente Pietro vince
la gara dei 100 metri ai Giochi del Mediterraneo, in programma
quell’anno a Spalato, ma in occasione delle Universiadi a Città
Del Messico, vince sia la medaglia d’oro nella staffetta 4x100,
facendo segnare il record nazionale di 38”42, ma al contempo si
aggiudica anche la medaglia d’oro nei 200 metri, facendo segnare
addirittura il record mondiale di 19”72 (solo nel 1996 questo
record mondiale verrà battuto da MICHEAL JOHNSON, che lo porterà a
19”60. ). Questo il resoconto dell'epoca, tratto dal CORRIERE DELLO
SPORT. Andiamo a vedere insieme le immagini di questo storico
risultato.
Alle Olimpiadi di
Mosca del 1980 (passate alla storia per il boicottaggio degli USA)
Mennea si aggiudica la medaglia d’oro battendo Alan Wells per due
centesimi di secondo. Al contempo si aggiudica la medaglia di bronzo
nella staffetta 4x100.
Questo il
resoconto dell'epoca, tratto dal CORRIERE DELLO SPORT. Queste invece
le immagini dell'oro azzurro vinto da MENNEA, con la telecronaca
originale di PAOLO ROSI.
Nel 1981 il nostro campione olimpico annuncia a 29 anni il ritiro dalle competizioni agonistiche per concentrarsi maggiormente sullo studio, ma l'anno successivo ci ripensa, e torna nuovamente a gareggiare, ottenendo il quarto posto nella staffetta 4x100 agli Europei di Atene.
Nel 1981 il nostro campione olimpico annuncia a 29 anni il ritiro dalle competizioni agonistiche per concentrarsi maggiormente sullo studio, ma l'anno successivo ci ripensa, e torna nuovamente a gareggiare, ottenendo il quarto posto nella staffetta 4x100 agli Europei di Atene.
Nel 1983 Pietro
stabilisce il recordo mondiale nei 150 metri sulla pista dello stadio
di Cassino, correndo in 14”8: primato tuttora imbattuto.
In seguito
partecipa alla prima edizione dei Mondiali, in programma ad Helsinki,
conquistando una medaglia di bronzo nei 200 metri e un argento nella
staffetta 4x100. Nei Giochi del Mediterraneo in programma a
Casablanca, Pietro si aggiudica la medaglia d'oro nei 200 metri: sarà
una delle ultime gioie in ambito agonistico. L'anno successivo, 1984,
infatti, partecipa alle Olimpiadi di Los Angeles, portando a casa,
purtroppo dei risultati assai deludenti: il 7° posto nei 200 metri,
il quarto posto nella staffetta 4x100 metri e il 5° posto nella
staffetta 4x400 metri. Al termine della stagione, Mennea si ritira
nuovamente, non prima di riconfermarsi nuovamente campione nazionale
nei 200 metri piani. In seguito, Pietro ritorna ancora all'attività
agonistica, partecipando alle Olimpiadi di Seul nel 1988 nei 200
metri, e rappresentando il nostro Paese come portabandiera durante la
cerimonia di apertura. In ambito agonistico, Mennea riesce a superare
il primo turno della batteria, ma poi si ritira dalle Olimpiadi a
causa di un infortunio muscolare. Questa volta il suo ritiro è
definitivo.
LA FONDAZIONE MENNEA.
Ritiratosi a livello agonistico, e in precedenza laureatosi sia in scienze politiche, sia in giurisprudenza, lettere e scienze dell'educazione motoria, Mennea si mise a praticare la professione di Avvocato, scrivendo numerosi libri, e poi anche in seguito anche a insegnare; fece per un periodo di tempo il commercialista, venne eletto dal 1999 al 2004 come eurodeputato a Bruxelles, e poi per un periodo di tempo fece anche il curatore fallimentare.
Il progetto più
bello, e più importante, risale però al 2006, quando questo grande
campione istituì la FONDAZIONE PIETRO MENNEA, una onlus che,
attraverso dei progetti specifici, effettuava delle donazioni a
favore di enti caratatevoli, società sportive, nella promozione
della ricerca scientifica oltre a diffondere i valori positivi dello
sport, andando pertanto a condannare qualsiasi forma di doping.
Questa la
presentazione dell'associazione, scritta dallo stesso Mennea.
Cari Amici,
in tutti gli anni in cui mi sono dedicato all'attività agonistica sportiva, mi sono preoccupato di lasciare un'impronta nella storia dello sport nazionale ed internazionale, approdando ai vertici dello sport mondiale e riuscendo a conseguire risultati prestigiosi durante tutta la mia carriera sportiva durata l'arco di cinque Olimpiadi, e mi è stato possibile raggiungere questi traguardi solo attraverso un lavoro metodico, costante e grandi sacrifici.
Nel contempo, non ho mai dimenticato chi non ha avuto la mia stessa fortuna: in tutti questi anni, infatti, ho cercato di rendermi utile e sostenere coloro che avevano bisogno di aiuto, attivandomi in varie iniziative di beneficenza e solidarietà.
Per continuare questa opera di solidarietà e per poter raggiungere gli obiettivi previsti nel modo più efficace, ho ritenuto opportuno costituire la Fondazione Pietro Mennea Onlus (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale) per la Ricerca e lo Sport.
Scopo della Fondazione, priva di ogni fine di lucro, è l'esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale.
Infatti, lo scopo primario della Fondazione è di carattere filantropico, ossia effettuare donazioni costanti nel tempo ed assistenza sociale ad enti caritatevoli o di ricerca medico-scientifica, associazioni culturali e sportive, attraverso progetti specifici e concreti, che avranno carattere di massima trasparenza.
Lo scopo secondario è di carattere culturale, e consiste nel diffondere lo sport ed i suoi valori, nonché promuovere la lotta al doping, che è diventata una triste piaga per lo sport e la nostra società.
Alla base delle attività della Fondazione Pietro Mennea Onlus, per la ricerca e lo sport, c'è la volontà di agire concretamente, in modo trasparente.
in tutti gli anni in cui mi sono dedicato all'attività agonistica sportiva, mi sono preoccupato di lasciare un'impronta nella storia dello sport nazionale ed internazionale, approdando ai vertici dello sport mondiale e riuscendo a conseguire risultati prestigiosi durante tutta la mia carriera sportiva durata l'arco di cinque Olimpiadi, e mi è stato possibile raggiungere questi traguardi solo attraverso un lavoro metodico, costante e grandi sacrifici.
Nel contempo, non ho mai dimenticato chi non ha avuto la mia stessa fortuna: in tutti questi anni, infatti, ho cercato di rendermi utile e sostenere coloro che avevano bisogno di aiuto, attivandomi in varie iniziative di beneficenza e solidarietà.
Per continuare questa opera di solidarietà e per poter raggiungere gli obiettivi previsti nel modo più efficace, ho ritenuto opportuno costituire la Fondazione Pietro Mennea Onlus (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale) per la Ricerca e lo Sport.
Scopo della Fondazione, priva di ogni fine di lucro, è l'esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale.
Infatti, lo scopo primario della Fondazione è di carattere filantropico, ossia effettuare donazioni costanti nel tempo ed assistenza sociale ad enti caritatevoli o di ricerca medico-scientifica, associazioni culturali e sportive, attraverso progetti specifici e concreti, che avranno carattere di massima trasparenza.
Lo scopo secondario è di carattere culturale, e consiste nel diffondere lo sport ed i suoi valori, nonché promuovere la lotta al doping, che è diventata una triste piaga per lo sport e la nostra società.
Alla base delle attività della Fondazione Pietro Mennea Onlus, per la ricerca e lo sport, c'è la volontà di agire concretamente, in modo trasparente.
Tantissimi
i ricordi e le testimonianze d'affetto arrivate in queste ore.
Andiamo a leggerne insieme alcune.
SARA SIMEONI.
"Il ricordo di
Pietro Mennea è quello di un ragazzo che faticava: eravamo solo noi
due a Formia ad allenarci e abbiamo condiviso la fatica. Ci siamo
incoraggiati a vicenda, senza tanti giri di parole: bastava guardarci
negli occhi. In ogni caso abbiamo intrapreso un percorso molto bello.
I risultati li abbiamo costruiti lì, su quella pista, a Formia,
giorno dopo giorno. Pietro era un personaggio di una tenacia
incredibile, i risultati ottenuti sono la logica conseguenza di
questa sua grande volontà di arrivare dove altri non sarebbero
arrivati. Sia lui che io come donna, e dunque con una metodologia di
allenamento rivolta al femminile, ci siamo costruiti in un momento di
revisione delle strategie relative alla preparazione di quegli anni.
Ci
siamo costruiti diciamo con un fai da te
con il nostro lavoro;
siamo stati importanti l'uno per l'altra. Guardare lui allenarsi era
stimolante per me nei momenti difficili, così come lo sono stata io
per lui, con i miei risultati. C'era grande apprezzamento dell'uno
verso l'altra, per quello che stavamo costruendo".
ALAN WELLS. "Sono molto
triste, è stato il mio più grande rivale. È un giorno molto
triste, non mi aspettavo questa notizia. Mi consola sapere che verrà
sempre ricordato come un grande atleta, tra i migliori della sua
generazione. È stato un grande campione di cui l'Italia deve andare
orgogliosa. È stata la mia fortuna avere avuto un avversario così
forte perchè mi ha costretto a migliorarmi. Eravamo coetanei e
abbiamo avuto una carriera in parallelo. È stato senza dubbio il mio
più grande rivale, con la sua morte se ne va via una parte di me".
LIVIO BERRUTI. "Scompare
un asceta dello sport, interpretato sempre con ferocia, volontà,
determinazione. Mennea è stato un inno alla resistenza, alla
tenacia e alla sofferenza. All'atletica italiana manca questa grande
voglia di emergere e di mettersi in luce. Tra noi c'è stato un
rapporto molto dialettico: per lui l'atletica era un lavoro, io lo
facevo per divertirmi; lui era pragmatico, io idealista. Il nostro è
stato uno scontro, come tra Platone e Aristotele".
Come
potrete facilmente capire, non
se ne va solamente un grande campione di sport, ma anche e sopratutto
un grande campione di vita, che, e di questo sono certo, avrà per
sempre un posto speciale nel cuore di noi appassionati di sport.
Rüdiger
Franz Gaetano Herberhold
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