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venerdì 22 marzo 2013

SPUNTI DI SPORT- RICORDANDO PIETRO MENNEA.


Un mito inossidabile dell’atletica e dello sport italiano. Questo era il mitico PIETRO MENNEA, scomparso ieri a ROMA all’età di 60 anni (ne avrebbe compiuti 61 il prossimo 28 Giugno). Il nome del velocista azzurro, nativo di Barletta il 28 Giugno 1952, era legato alle sue grandissime imprese sportive, tra cui i vari record mondiali fatti registrare nei 100, 200 (la disciplina con cui ci regalerà le più grandi soddisfazioni) e 400 metri. Questa puntata di SPUNTI vuole essere un tributo alle gesta sportive di questo grande campione.

Pietro Mennea inizia la sua lunga carriera nelle file dell’AVIS BARLETTA a 19 anni, e nel 1971, in occasione dei EUROPEI, in programma quell’anno a HELSINKI, ottiene la sua prima medaglia (un bronzo) nella 4x100 in 19”80, e poi il 6° posto nei 200 metri. Ma non solo. Nello stesso anno diventerà campione nazionale dei 200 metri piani (titolo che vincerà altre 12 volte, dal 1972 al 1974; dal 1976 al 1980, e poi nel biennio 1983-1984).
Nel 1972 fa il suo esordio alle Olimpiadi, in programma a MONACO DI BAVIERA, e il 4 Settembre vince la medaglia di bronzo nei 200 metri correndo in 20”30, subito dietro a campioni quali il sovietico VALERIJ BORZOV e allo statunitense LARRY BLACK. Andiamo a vedere le immagini sia della semifinale che della finale dei 200 metri.


Nel 1973 alle UNIVERSIADI, disputate a MOSCA, Mennea riesce ad aggiudicarsi una medaglia d’oro nei 200 metri (disciplina che alla fine sarà quella più foriera di successi) in 20”56, e due medaglie di bronzo nei 100 metri, correndo in 10”34 e nella staffetta 4x100. Riviviamo la vittoria di MENNEA alle UNIVERSIADI attraverso questo frammento della radiocronaca di CLAUDIO FERRETTI.


Il 1974 è un anno veramente speciale per Mennea. Il velocista italiano gioca in casa a ROMA i campionati EUROPEI e vince la medaglia d’oro nei 200 metri, e due argenti nei 100 metri (dietro al rivale di sempre, BORZOV) e nella staffetta maschile 4x100. In merito andiamo a vedere la puntata di PERLE DI SPORT, tratta da RAI SPORT 2.


Il 1975 vede ben 4 medaglie d’oro al collo di Pietro. Due ai Giochi del Mediterraneo e due alle Universiadi. In entrambi i casi gli ori sono arrivati sia dai 100 che dai 200 metri.

Dopo un 1976 assai deludente con un quarto posto nei 200 metri e un sesto posto nella staffetta 4x100, e la sola vittoria nei 400 metri agli Europei Indoor di Milano, nel 1978 Mennea agli Europei di Praga non solamente vinse i 100 metri correndo in 10”26, e i 200 metri in 20” 16, ma si aggiudicò anche la medaglia d’oro nei 400 metri piani. Andiamo a vedere in merito la puntata di PERLE DI SPORT dedicata alla vittoria di MENNEA agli Europei di Praga


Il 1979 è un anno memorabile nella storia di Pietro Mennea. Non solamente Pietro vince la gara dei 100 metri ai Giochi del Mediterraneo, in programma quell’anno a Spalato, ma in occasione delle Universiadi a Città Del Messico, vince sia la medaglia d’oro nella staffetta 4x100, facendo segnare il record nazionale di 38”42, ma al contempo si aggiudica anche la medaglia d’oro nei 200 metri, facendo segnare addirittura il record mondiale di 19”72 (solo nel 1996 questo record mondiale verrà battuto da MICHEAL JOHNSON, che lo porterà a 19”60. ). Questo il resoconto dell'epoca, tratto dal CORRIERE DELLO SPORT. Andiamo a vedere insieme le immagini di questo storico risultato.


Alle Olimpiadi di Mosca del 1980 (passate alla storia per il boicottaggio degli USA) Mennea si aggiudica la medaglia d’oro battendo Alan Wells per due centesimi di secondo. Al contempo si aggiudica la medaglia di bronzo nella staffetta 4x100.
Questo il resoconto dell'epoca, tratto dal CORRIERE DELLO SPORT. Queste invece le immagini dell'oro azzurro vinto da MENNEA, con la telecronaca originale di PAOLO ROSI.


Nel 1981 il nostro campione olimpico annuncia a 29 anni il ritiro dalle competizioni agonistiche per concentrarsi maggiormente sullo studio, ma l'anno successivo ci ripensa, e torna nuovamente a gareggiare, ottenendo il quarto posto nella staffetta 4x100 agli Europei di Atene.
Nel 1983 Pietro stabilisce il recordo mondiale nei 150 metri sulla pista dello stadio di Cassino, correndo in 14”8: primato tuttora imbattuto.
In seguito partecipa alla prima edizione dei Mondiali, in programma ad Helsinki, conquistando una medaglia di bronzo nei 200 metri e un argento nella staffetta 4x100. Nei Giochi del Mediterraneo in programma a Casablanca, Pietro si aggiudica la medaglia d'oro nei 200 metri: sarà una delle ultime gioie in ambito agonistico. L'anno successivo, 1984, infatti, partecipa alle Olimpiadi di Los Angeles, portando a casa, purtroppo dei risultati assai deludenti: il 7° posto nei 200 metri, il quarto posto nella staffetta 4x100 metri e il 5° posto nella staffetta 4x400 metri. Al termine della stagione, Mennea si ritira nuovamente, non prima di riconfermarsi nuovamente campione nazionale nei 200 metri piani. In seguito, Pietro ritorna ancora all'attività agonistica, partecipando alle Olimpiadi di Seul nel 1988 nei 200 metri, e rappresentando il nostro Paese come portabandiera durante la cerimonia di apertura. In ambito agonistico, Mennea riesce a superare il primo turno della batteria, ma poi si ritira dalle Olimpiadi a causa di un infortunio muscolare. Questa volta il suo ritiro è definitivo.

LA FONDAZIONE MENNEA.


Ritiratosi a livello agonistico, e in precedenza laureatosi sia in scienze politiche, sia in giurisprudenza, lettere e scienze dell'educazione motoria, Mennea si mise a praticare la professione di Avvocato, scrivendo numerosi libri, e poi anche in seguito anche a insegnare; fece per un periodo di tempo il commercialista, venne eletto dal 1999 al 2004 come eurodeputato a Bruxelles, e poi per un periodo di tempo fece anche il curatore fallimentare.

Il progetto più bello, e più importante, risale però al 2006, quando questo grande campione istituì la FONDAZIONE PIETRO MENNEA, una onlus che, attraverso dei progetti specifici, effettuava delle donazioni a favore di enti caratatevoli, società sportive, nella promozione della ricerca scientifica oltre a diffondere i valori positivi dello sport, andando pertanto a condannare qualsiasi forma di doping.

Questa la presentazione dell'associazione, scritta dallo stesso Mennea.

Cari Amici,
in tutti gli anni in cui mi sono dedicato all'attività agonistica sportiva, mi sono preoccupato di lasciare un'impronta nella storia dello sport nazionale ed internazionale, approdando ai vertici dello sport mondiale e riuscendo a conseguire risultati prestigiosi durante tutta la mia carriera sportiva durata l'arco di cinque Olimpiadi, e mi è stato possibile raggiungere questi traguardi solo attraverso un lavoro metodico, costante e grandi sacrifici.

Nel contempo, non ho mai dimenticato chi non ha avuto la mia stessa fortuna: in tutti questi anni, infatti, ho cercato di rendermi utile e sostenere coloro che avevano bisogno di aiuto, attivandomi in varie iniziative di beneficenza e solidarietà.

Per continuare questa opera di solidarietà e per poter raggiungere gli obiettivi previsti nel modo più efficace, ho ritenuto opportuno costituire la Fondazione Pietro Mennea Onlus (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale) per la Ricerca e lo Sport.
Scopo della Fondazione, priva di ogni fine di lucro, è l'esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale.

Infatti, lo scopo primario della Fondazione è di carattere filantropico, ossia effettuare donazioni costanti nel tempo ed assistenza sociale ad enti caritatevoli o di ricerca medico-scientifica, associazioni culturali e sportive, attraverso progetti specifici e concreti, che avranno carattere di massima trasparenza.

Lo scopo secondario è di carattere culturale, e consiste nel diffondere lo sport ed i suoi valori, nonché promuovere la lotta al doping, che è diventata una triste piaga per lo sport e la nostra società.

Alla base delle attività della Fondazione Pietro Mennea Onlus, per la ricerca e lo sport, c'è la volontà di agire concretamente, in modo trasparente.


I RICORDI
Tantissimi i ricordi e le testimonianze d'affetto arrivate in queste ore. Andiamo a leggerne insieme alcune.

SARA SIMEONI. "Il ricordo di Pietro Mennea è quello di un ragazzo che faticava: eravamo solo noi due a Formia ad allenarci e abbiamo condiviso la fatica. Ci siamo incoraggiati a vicenda, senza tanti giri di parole: bastava guardarci negli occhi. In ogni caso abbiamo intrapreso un percorso molto bello. I risultati li abbiamo costruiti lì, su quella pista, a Formia, giorno dopo giorno. Pietro era un personaggio di una tenacia incredibile, i risultati ottenuti sono la logica conseguenza di questa sua grande volontà di arrivare dove altri non sarebbero arrivati. Sia lui che io come donna, e dunque con una metodologia di allenamento rivolta al femminile, ci siamo costruiti in un momento di revisione delle strategie relative alla preparazione di quegli anni.

Ci siamo costruiti diciamo con un fai da te con il nostro lavoro; siamo stati importanti l'uno per l'altra. Guardare lui allenarsi era stimolante per me nei momenti difficili, così come lo sono stata io per lui, con i miei risultati. C'era grande apprezzamento dell'uno verso l'altra, per quello che stavamo costruendo".

ALAN WELLS. "Sono molto triste, è stato il mio più grande rivale. È un giorno molto triste, non mi aspettavo questa notizia. Mi consola sapere che verrà sempre ricordato come un grande atleta, tra i migliori della sua generazione. È stato un grande campione di cui l'Italia deve andare orgogliosa. È stata la mia fortuna avere avuto un avversario così forte perchè mi ha costretto a migliorarmi. Eravamo coetanei e abbiamo avuto una carriera in parallelo. È stato senza dubbio il mio più grande rivale, con la sua morte se ne va via una parte di me".

LIVIO BERRUTI. "Scompare un asceta dello sport, interpretato sempre con ferocia, volontà, determinazione. Mennea è stato un inno alla resistenza, alla tenacia e alla sofferenza. All'atletica italiana manca questa grande voglia di emergere e di mettersi in luce. Tra noi c'è stato un rapporto molto dialettico: per lui l'atletica era un lavoro, io lo facevo per divertirmi; lui era pragmatico, io idealista. Il nostro è stato uno scontro, come tra Platone e Aristotele".

Come potrete facilmente capire, non se ne va solamente un grande campione di sport, ma anche e sopratutto un grande campione di vita, che, e di questo sono certo, avrà per sempre un posto speciale nel cuore di noi appassionati di sport.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

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